MESSAGGIO AI BAMBINI DI PRIMA DAI RAGAZZI DI QUINTA
Cari bambini ,
questo arbusto si chiama Viburno. Lo abbiamo piantato nel giardino della nostra scuola perché ha un significato molto bello: tenace, forte e resistente, ma anche flessibile e capace di mantenere la traiettoria diritta, se si trasformano i suoi rami in frecce, come facevano gli arcieri medievali. Queste sono anche le qualità che abbiamo sperimentato tra compagni nei cinque anni di scuola trascorsi assieme: tenaci nello studio, flessibili nel capire e accettare le diversità degli altri, “diritti” nel cercare sempre la sincerità. Ora lo affidiamo a voi perché ve ne prendiate cura.
Vi auguriamo di crescere come il Viburno, aiutati dai vostri genitori e dalle vostre maestre.
Buon anno scolastico!
Magari ci incontreremo in giardino attorno al Viburno!!!!!
IL VIBURNO tynus, l’arbusto che lasciamo in eredità ai bambini delle future prime
Significato : tenacia, resistenza e flessibilità.
Leggenda di origine boema. Una favola racconta di un giovane di nome Lucindo che aveva deciso di diventare re, e che per questo motivo lasciò la propria casa e seguì un mercante nei suoi pellegrinaggi. Un giorno, in un paese deserto, Lucindo fu messo alla prova dagli spiriti dei defunti. Fu così dolce e caritatevole nel prendersi cura dei corpi dei defunti tormentati che sulle tombe da lui preparate crebbe un cespuglio dai fiori bianchi e un pettirosso fatato disse a Lucindo che quei fiori di Viburno l’avrebbero reso invincibile. Il giovane ne ebbe riprova trovandosi in un regno comandato da dodici saggi in mancanza di un re e angustiato da un drago che pretendeva il sacrificio di 10 giovani ogni anno, uno per ogni sua testa. Grazie alla forza del viburno, Lucindo riuscì a decapitare il drago con il solo aiuto di un bastone ricavato da quella pianta e divenne il loro re.
Il viburno nella letteratura
da "Cyparissus" di Salvatore Quasimodo
“Sulla cima d’un colle verde d’erba tenera,
giunse Orfeo, e toccò le corde della cetra:
e subito d’intorno nacque l’ombra. E apparve la quercia
e l’albero delle Eliadi, e l’ischio dalle alte fronde,
il tiglio delicato, il faggio, il vergine lauro,
il fragile nocciòlo, il frassino utile per l’aste,
l’abete senza nodi, il leccio curvato dalle ghiande,
il platano felice, l’acero di vari colori,
il salice che vive lungo i fiumi e il loto delle acque,
il bosso sempre verde e l’umile tamerice,
il mìrto di due colori e il viburno dalle bacche cerule.
Il suo nome Viburnum, è di derivazione latina "viere" che significa intrecciare, in riferimento all'estrema flessibilità e tenacia dei suoi rami, tanto che erano utilizzati come scudisci. Gli antichi arcieri usavano frecce realizzate con legno di viburno, legno adatto a tale scopo per leggerezza e dirittura.